Inceneritore: “non si può modificare ciò che non esiste..”
No ambientalista
al piano bis di Zago
«Riparta da zero»
al piano bis di Zago
«Riparta da zero»
Non può essere modificata un’autorizzazione che non esiste». Quindi: «Per l’inceneritore bisogna ripartire da zero». Tradotto: le autoriduzioni di Zago per il termovalorizzatore non bastano. Sono firmate da Sergio Ciliegi del comitato “No inceneritore” le prime osservazioni alla richiesta di riesame con modifica sostanziale dell’autorizzazione integrata ambientale (Aia) 2016 presentata da Pro-Gest.
Osservazioni che in sostanza bocciano la proposta firmata da Zago che ha deciso di allinearsi alle conclusioni del verificatore nominato dal Tar dimezzando produzione di carta e portata del termovalorizzatore.
Depositate da ieri in Provincia, sono state inviate per conoscenza anche alla Procura, al sindaco Palazzi e al direttore generale competente della regione Lombardia.In sostanza Ciliegi ribadisce quanto da lui già sostenuto in uno dei due esposti (l’altro era firmato da Paolo Rabitti) che nei mesi scorsi hanno visto la procura aprire un’inchiesta: l’illegittimità parziale (relativamente all’inceneritore) dell’Aia rilasciata a Pro-Gest l’anno scorso. E le premesse su cui poggia la sua tesi partono da lontano: «L’attività Ippc dell’inceneritore non risulta autorizzata come Ippc nell’atto dirigenziale di rinnovo dell’Aia Burgo del 23/06/2104 »; l’allora gestore Burgo Group «non ha presentato istanza di primo rilascio della autorizzazione integrata ambientale entro il 7 settembre 2014»; in sede di riesame e voltura dell’Aia Burgo richiesta da Cartiere di Villa Lagarina «è stata richiamata come Aia Burgo oggetto di voltura un documento che, alla luce degli atti, non era esattamente l’Aia Burgo, in quanto riportava come autorizzata con quell’Aia l’attività Ippc di incenerimento di rifiuti che nell’Aia Burgo figura invece come attività non Ippc». L’acronimo Ippc sta per Integrated pollution prevention and control, il nome della direttiva europea del 1996 recepita dall’Italia attraverso la normativa sull’Autorizzazione integrata ambientale.
Aggiunge Ciliegi che l’istanza presentata nelle scorse settimane da Pro-Gest di modifica sostanziale dell’Aia rilasciata 2016 «non può quindi essere accolta relativamente all’attività Ippc di incenerimento di rifiuti» in quanto «un’Aia per questa attività non risulta, a mio parere, rilasciata» e che «l’attività di incenerimento debba essere sottoposta ex novo alla disciplina prevista dalla normativa».
Ed ecco le richieste alla Provincia: «Stralciare, in sede di conferenza di servizi per le modifiche sostanziali richieste dall’azienda l’attività di incenerimento»; invitare Zago «a presentare nuova istanza per l’attività di incenerimento» e anche di rinviare la data di convocazione della conferenza di servizi già fissata per il 30 maggio «a una data posteriore al 13 giugno 2017, termine di scadenza di presentazione delle osservazioni». Infine non manca un riferimento all’articolo 216 del regio decreto (le industrie insalubri devono essere dislocate lontano dalle abitazioni): «E’ un “avviso” al sindaco – spiega – che potrebbe dettare prescrizioni in conferenza di servizi, cosa che non ha fatto l’anno scorso».